L’uomo cammina curvo, lento, il passo pesante affonda nella sabbia.
Tra le braccia palloni e un mazzo di fili.
Seguo con lo sguardo i fili che partono dalle sue mani e il mio sguardo si perde fra l’azzurro sconfinato e accecante del cielo estivo e i colori degli aquiloni.
Li guardo divincolarsi al filo che li tiene uniti, li guardo fendere il vento che allieta la calura di queste giornate
Li guardo e penso che anche noi siamo aquiloni, in balia dei venti che per noi sono eventi,
c’è chi fa a gara con l’arcobaleno e ha più frange di una giacchetta da cow boy
chi gioca sono con un paio di colori…
li guardo e penso che anche noi abbiamo un filo o forse più d’uno che ci dice dove andare e fra le frange tanta voglia di beccare il vento giusto
poi d’improvviso un bimbo corre con il suo aquilone, inciampa nella sabbia, la manina si apre e il filo scappa via veloce, sembra quasi di vederlo ridere quell’aquilone, ebbro di una insperata libertà.

Ma è una fuga breve, il vento che malandrino lo aveva scompigliato si affievolisce e lui perde quota…sbatte le frange, dimena la coda ma la fine è vicina… in un attimo si ritrova conficcato nella sabbia.
Niente volo, niente vento, niente cielo….