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La ragazza camminava a passo spedito, le mani ficcate in tasca come a volerle nascondere, la testa china concentrata sul ritmo dei suoi passi, quasi a contarli, le spalle strette troppo vicine alle orecchie.
Tutto nel suo incedere trametteva paura, incertezza, ansia, camminando così e pensando ai suoi studi da quadrare coi turni al bar, necessari per pagare le bollette, non si accorge e svoltato l’angolo si scontra con un uomo.
L’uomo sorride, razione curiosa in questo mondo ormai frenetico e schizzato.
La trattiene per le spalle perché nell’urto lei perde l’equilibrio.
Equilibrio…. Parola strana piena di significati, parola duplice, equilibrio fisico spesso più facile da raggiungere di quello mentale, equilibrio mentale…impossibile anche solo immaginarlo.
Il colpo è stato forte l’uomo arrivava di gran carriera, il fisico è imponente e lei una farfalla rispetto a lui.
Lo stupore per lo scontro violento l’ha risvegliata dai suoi pensieri e così, improvvisamente, scoppia a piangere, si sente ridicola, stupida, in fin dei conti non è successo nulla di grave ma il suo NON-equilibrio si è ulteriormente incrinato.
L’uomo non sa come reagire, pensa che il pianto sia frutto della sua reazione leggera, magari questo scricciolino di ragazza si è fatta male e lui si è messo a ridere.
Lì vicino c’è una panchina, con accanto un venditore di caldarroste. L’uomo la conduce alla panchina e chiede al ragazzo delle castagne una bottiglietta d’acqua.
Anche lui ha assistito alla scena e sollecito offre la bottiglietta.
La ragazza sguardo nel vuoto ha calmato il suo pianto, si siede e finalmente alza gli occhi e guarda il suo investitore.
Sbarra gli occhi, lo osserva bene, sa chi è quell’uomo o meglio non he ha la minima idea ma ha già visto quel volto, quel sorriso.
La notte scorsa complice una dose eccessiva di caffè ha dormito male, troppo male veramente.
Ricorda però frammenti di un sogno che al risveglio la turbava ancora.
Si trovava seduta su una panchina, all’ingresso del parco, proprio come ora.
Si guarda intorno, la scena era proprio quella
Il ragazzo delle castagne…c’era anche lui e proprio come ora la stava osservando, le fa l’occhiolino come per rassicurarla lei invece è sempre più agitata sconvolta ma allo stesso tempo inchiodata a quella panchina
L’uomo nel frattempo si è seduto accanto a lei, raccogliendo i lembi del cappotto e accavallando le gambe con movimenti lenti, controllati ed eleganti, senza guardarla ma fissando un punto davanti a se nel vuoto con fare serio le dice: “ allora Lucrezia dove eravamo rimasti….